MIMESI - Sergio Risaliti, 2013

Cristallizzando nel bianco del gesso (colore e materia del silenzio e della purezza) il contenuto del libro, si permette a quest’ultimo di essere un’immagine altra: il calco di qualcosa che precede.
Tra i libri-oggetto devono essere collocati anche quelli realizzati da Lorenzo Perrone. Prima che il sentimento di una cosa, la passione per un’idea non bruci la carta, Perrone bagna nel gesso vecchi volumi, libri di svariate dimensioni, libri scarnificati, testi derelitti, copie abbandonate. Il gesso trasforma i libri in calchi di un’idea mentale che si è sovrapposta al testo primario (ormai inutilizzabile, morto e sepolto sotto lo strato di gesso e l’oblio). I titoli indicizzano come in una poesia il presupposto immaginativo: il trionfo della morte, l’olocausto, gli angeli del fango, l’uomo che cammina, desparecidos, grecale. Cristallizzando nel bianco del gesso (colore e materia del silenzio e della purezza) il contenuto del libro, si permette a quest’ultimo di essere un’immagine altra: il calco di qualcosa che precede. La poesia dell’arte rinasce dalla morte del testo; dal sepolcro della cosa fiorisce un pensiero poetante che nelle forme oggettuali di un’arte poverissima va alla ricerca di una spiritualità radicale.
Secondo Denys Riout – autore di una agevole storia dell’arte del XX secolo, allestita per temi, protagonisti, correnti – “il libro non è soltanto un supporto comodo – ma non inessenziale –, destinato a conservare e trasmettere testi o immagini”. Il libro, afferma è anche un oggetto. “Queste due realtà distinte – il libro supporto e il libro/oggetto – intrattengono rapporti potenzialmente conflittuali. La lettura richiede la trasparenza del segno: non appena percepita, la sua forma, definita ma funzionalmente evanescente, si cancella a vantaggio del significato al quale essa dà luogo. Al contrario, l’attenzione per l’oggetto in quanto tale caratterizza tradizionalmente la percezione estetica propria delle arti plastiche. I ‘libri d’artista’ attirano l’attenzione sul duplice status di ogni libro. I ‘libri oggetto’ radicalizzano questa opposizione…”