Estratto da: “SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE” - Italo Calvino, 1979

Per Irnerio conta solo ciò che si vive istante per istante; l'arte conta per lui come spesa d'energia vitale, non come opera che resta, non come quell'accumulazione di vita che Ludmilla cerca nei libri.

Cercavo un libro, - dice Irnerio.
- Credevo che non leggessi mai, - obietti.
- Non è per leggere. È per fare. Faccio delle cose coi libri. Degli oggetti. Sì, delle opere: statue, quadri, come li vuoi chiamare. Ho fatto anche un'esposizione. Fisso i libri con delle resine, e restano lì. Chiusi, o aperti, oppure anche gli do delle forme, li scolpisco, gli apro dentro dei buchi. È una bella materia il libro, per lavorarci, ci si può fare tante cose.
- E Ludmilla è d'accordo?
- Le piacciono, i miei lavori. Mi dà consigli. I critici dicono che quel che faccio è importante. Adesso mi mettono tutte le opere in un libro. M'hanno fatto parlare col dottor Cavedagna. Un libro con le fotografie di tutti i miei libri. Quando questo libro sarà stampato lo userò per farne un'opera, tante opere. Poi me le metteranno in un altro libro, e così via.
- Volevo dire se Ludmilla è d'accordo che le porti via i libri...
- Ne ha tanti... Alle volte è lei che mi dà dei libri apposta perché ci lavori, libri che lei non se ne fa niente. Ma non è che mi basti un libro qualsiasi. Un'opera mi viene solo se la sento. C'è dei libri che mi danno subito l'idea di cosa potrei farne; altri no, niente. Alle volte ho l'idea ma non posso realizzarla finché non trovo il libro giusto.
- Sta scompigliando i volumi in uno scaffale; ne soppesa uno, lo osserva di dorso e di taglio, lo mette giù.
- Ci sono libri che mi sono simpatici, e libri che non posso soffrire e mi capitano sempre tra le mani.
Ecco che la Grande Muraglia dei libri che speravi tenesse lontano da Ludmilla questo barbaro invasore, si rivela un giocattolo che lui smonta con assoluta confidenza. Ridi storto.
- Si direbbe che la biblioteca di Ludmilla tu la conosca a memoria...
- Oh, per lo più è sempre la stessa roba... Ma è bello vedere i libri tutti insieme. Io amo i libri..,
- Spiegati meglio.
- Sì, mi piace che ci siano dei libri intorno. Per questo, qui da Ludmilla si sta bene. Non trovi?
L'assieparsi delle pagine scritte fascia l'ambiente come in un folto bosco lo spessore del fogliame, no, come stratificazioni di roccia, lastre d'ardesia, lamelle di scisti: così tu cerchi di vedere attraverso gli occhi d'Irnerio lo sfondo su cui deve staccarsi la persona viva di Ludmilla. Se sai guadagnarti la sua confidenza, Irnerio ti svelerà il segreto che t'intriga, il rapporto tra il Non Lettore e la Lettrice. Presto, domandagli qualcosa a questo proposito, qualsiasi cosa.
- Ma tu, - ecco la sola domanda che ti viene alla mente, - mentre lei legge, cosa fai?
- A me non dispiace vederla leggere, - dice Irnerio. - E poi qualcuno che legga i libri ci vuole, no? Almeno posso star tranquillo che non devo leggerli io.
Hai poco da rallegrarti, Lettore. Il segreto che ti si rivela, l'intimità tra loro, consiste nella complementarità di due ritmi vitali. Per Irnerio conta solo ciò che si vive istante per istante; l'arte conta per lui come spesa d'energia vitale, non come opera che resta, non come quell'accumulazione di vita che Ludmilla cerca nei libri. Ma quell'energia accumulata in qualche modo la riconosce anche lui, senza bisogno di leggere, e sente il bisogno di farla tornare in circuito usando i libri di Ludmilla come supporto materiale per opere in cui lui possa investire la propria energia almeno un istante.
- Questo mi va bene, - dice Irnerio e fa per intascare un volume nel giaccone.